In commecio ci sono davvero tanti modelli di stampanti 3D, ed oggi proverò a chiarire un po’ di dubbi a chi si avvicina per la prima volta a questo meraviglioso mondo! Inizio subito con il dire che possiamo distinguere le stampanti attualmente in commercio in due macro categorie: “progetti RepRap” e “progetti commerciali”. Quando dico “progetti commerciali” intendo tutte quelle macchine che vengono vendute assemblate (o in kit da assemblare) i cui distributori sono anche i detentori dei progetti, e si guardano bene dal distribuirli; certo, questa non è una “regola” rigorosa, ma rende bene l’idea di cosa intendo. Queste stampanti sono solitamente “chiuse” ovvero stampano ma la possibilità di applicare modifiche all’hardware sono minime, ma questa non è una cosa sempre negativa. Proprio perchè sono dei prodotti che così nascono e così muoiono, spesso hanno delle prestazioni molto elevate, dando la possibilità di ottenere dei pezzi o prototipi anche a chi non ha conoscenze in questo campo, inserendo il disegno e selezionando la qualità che si vuole ottenere..il software e la stampante fanno il resto. Quando parlo di queste stampanti penso a nomi come Ultimaker, Zortrax, Sharebot, Roland, MakerBot e WASP, ma come queste ce ne sono molte altre. La garanzia che offrono, è quella di avere la massima resa con il minimo sforzo e ci riescono quasi sempre bene.

Tutto bellissimo quindi? Quasi.

Uniche pecche, se vogliamo metterla così, sono il prezzo e l’obsolescenza alla quale vanno inevitabilmente incontro e, in questo campo che muta radicalmente nel giro di mesi, se non settimane, è un fattore molto importante da tenere in considerazione. Esclusivamente a titolo informativo, lascerò qualche nome da poter cercare su google, per capire meglio di cosa sto parlando: ultimaker 2, zortrax M200, sharebot kiwi, sharebot NG; queste sono quelle diffuse a livello commerciale. Non mi addentreò nelle varie tecnologie di stampa, che in breve sono 2 (sto prendendo solo in cosniderazione stampanti per uso domestico): a depositazione di plastica (FDM) o a resine (DLP), ma voglio focalizzarmi di più sui vari modelli, in modo da dare una rapida panoramica. Come detto le stampanti “closed” vengono vendute montate, e nel giro di qualche decina di minuti si può già iniziare a stampare. Ora passiamo invece al progetto RepRap: questa parte di stampanti non vengono distribuite dal creatore, che ha ben pensato di pubblicare tutti i progetti e il BOM (ovvero la “lista della spesa”) tramite la quale poi auto-costruirsi la propria stampante. Come potete ben sapere poi, essendo rilasciato tutto sotto licenza GPL, alcuni venditori hanno messo insieme dei kit, partendo dal progetto originale (la cui ultima versione è la Prusa i3). Da qui sono nati tutti i modeli più disparati, Optimus, R2, Hephestos, Rework, e poi ancora tutti quei modelli che differiscono per il case in legno, MDF, compensato, alluminio, inox, plexiglas, etc etc. Bene, sono tutti modelli che di base hanno la Prusa i3; che di per se è un’ottimo modello, versatile, leggero, facile da costruire e che può regalare grandi soddisfazioni. Costruire da 0 una prusa può costare all’incirca di 350-400€: attenzione però con questa cifrà si ha una stampante, non una stampante che stampa bene 😀 La differenza è visibile ad occhio nudo..Alla fine, comprando materiali “di qualità”, facendo qualche piccola modifica strutturale rispetto al progetto (driver per il controllo dei motori per avere il doppio della precisione rispetto a quelli di progetto, cambiare barre per mettere barre a profilo trapezoidale piuttosto che barre filettate ISO che riducono i giochi presenti tra dado e barra, frame in metallo per avere più peso in modo da ridurre le vibrazioni, ma sono solo alcune cose che mi vengono in mente) si possono spendere tranquillamente 700-800€, se non di più.

Ma a questo punto sorge spontanea la domanda: “Perchè dovrei prendere una stampante da costruire quando con una spesa di poco maggiore posso avere una macchian già pronta?”

Bhe, è presto detto: costruendola voi stessi avete non solo la possibilità di conoscere i componenti della vostra macchina, avendo così la possibilità di intervenire qualora dovessere verificarsi problemi, ma avrete anche la possibilità di beneficiare della community, sempre più importante, che sta alle spalle di questi progetti. Questo è un mondo che cambia veramente alla velocità della luce, e avere la possibilità di aggiornare la stampante, con sempre nuove funzioni secondo me è una cosa vincente rispetto a quelle “closed”. Poter contare su una stampante modulare è una cosa bellissima, perchè con una spesa minima si può passare da un singolo estrusore ad un doppio (per fare un esempio stupido). Dipende anche dallo scopo che vi siete prefissati, ma vi avverto, comprare una stampante e crede di guadagnare stampando oggetti su commissione E’ UNA VERA FOLLIA. Non potete fondare il vostro business (se è quello lo scopo per cui comprate la stampante) sul service, perchè non andrete lontani. Se invece volete ampliare l’offerta ai vostri clienti con quella allora è un’ottima scelta, però a quel punto potete puntare ad un prodotto “closed”, che viene fornito con assistenza, non richiede nessuna competenza per funzionare e in poco tempo in caso di guasti potete riavere il vostro prodotto bello che funzionante. Se invece il vostro scopo è quello di usare la stampante per scopi modellistici, o comunque per soddisfare qualche piccolo capriccio (chi non ha mai voluto avere qualche centinaio di fischietti in giro per casa 😉 ) allora optate per una soluzione RepRap. I modelli, sono veramente tantissimi, e potete trovare i più diffusi qua e come detto, possono contare “sull’assistenza”, se così si può chiamare, di centinaia di utenti, che condividono le loro idee, i loro miglioramenti e le loro modifiche, per arrivare ad un prodotto sempre qualitativamente migliore. Ci sono molte persone che possono aiutarvi con preziosi consigli, o semplciemente dandovi la loro esperienza; alcuni esempi?

forum RepRap sezione Italia

gruppo facebook “Stampanti 3D Italia”

Come sempre io consiglio, per i neofiti assoluti, di partire dalla costruzione di una prusa. Un po’ perchè è il progetto maggiormente supportato, un po’ perchè credo sia la più economica sul mercato (di base, come detto prima, poi se uno vuole ottenere qualità sempre migliori ha tutto il tempo di cambiare i componenti che gli interessano), un po’ perchè è in continua evoluzione, ma soprattutto perchè se siete degli appassionati avrete sicuramente voglia di “smanettare” il più possibile, e la Prusa è la macchina migliore per farlo! Inoltre copre il 90% di quelle che sono le necessità “dell’utilizzatore tipo”: stampare qualche pezzo con media-alta qualità, avere la possibilità di stampare con materiali diversi (quali nylon, pla, abs, gomme varie, simil legno, pla traslucidi, etc). Tutto questo se avete qualche conoscenza di elettronica-meccanica, per fare in modo che il montaggio e la messa in opera sia veloce e senza intoppi. Se invece queste conoscenze non le avete, e non avete voglia di “studiare” una piccola parte di teoria, allora la soluzione è una scelta di tipo commerciale: sharebot se volete iniziare proprio da subito con una qualità alta, ultimaker o zortrax se avete bisogno di qualità di stampa eccellenti (queste due hanno una propria linea di filamenti, e mentre nella ultimaker non sono vincolanti, cioè potete stampare con qualasi tipo di filamento di altre marche, nella zortrax obbligano a comprare dal loro shop, che ha prezzi comunque in linea con quelli delle altre marche) ma ad un costo completamente diverso.

Bene, spero di aver chiarito almeno in parte le cose..come al solito vi invito a lasciare un commento qua sotto per avere altri chiarimenti, o per chiedermi di scrivere qualche articolo su qualche argomento specifico (sempre se vi sono piaciuti quelli che ho già fatto 😀 ) o semplicemente per dirmi cosa ne pensate voi al riguardo 😉

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