Se avete una stampante 3d di tipo open source (prusa i3, kossel, prusa mendel, etc etc) vi siete sicuramente scontrati con la scelta dell’hotend. Questo importantissimo oggetto determina poi come sarà la qualità di stampa; in base alle sue qualità, alla sua fattura, ai suoi materiali, si otterrano dei risultati piuttosto che altri. Va da se che uno dei pochi componenti della stampante sui quali non si può risparmiare, anzi, è una tra le parti più costose (il prezzo si aggira intorno ai 50-60€, fino a salire a qualche centinaio). Sostanzialemente si possono dividere in quattro macro categorie: per filamento da 3mm o 1,75mm e con corpo in metallo (quindi all metal) o con corpo in PTFE/PEEK. Partiamo dai diametri interni del filamento: cominciamo con lo sfatare subito la frase “filo da 1,75 va meglio del 3mm”. NON è assolutamente vero. Diciamo che con il filamento da 1,75 si possono avere migliori in termini di precisione, perchè ovviamente, minore è il diametro del materiale, minore sarà il materiale presente nella camera di fusione e quindi la ritrazione potrà essere più precisa perchè lavorerà con meno materiale rispetto al materiale che avrebbe usato il filamento da 3mm e di conseguenza, i piccoli particolari verranno effettuati con maggior precisione, soprattutto se si utilizzano nozzle piccoli (diametro da 0,35 a 0,25). Però usando un hotend predisposto all’uso di filamenti da 1,75 difficilmente si potranno usare filamenti “speciali” come laywood, rubber, filamenti con fibre di carbonio, e altri. Ora passiamo alla differenza tra corpo in alluminio o teflon; il PTFE ( o PEEK, ancora meglio) hanno un coefficente di attrito molto minore rispetto a quello dell’alluminio, quindi il filo, all’interno del condotto, scorre molto meglio. Di contro però si hanno le temperature poco elevate che si possono raggiungere (la temperatura in cui il teflon si ammorbidisce è intorno ai 300°, e l’abs viene stampato a 260°, capite che la differenza non è poi così elevata). L’alluminio invece non risente del problema delle temperature, ma come già detto, fa più attrito allo scorrere del filo. Migliori di tutti è il peek, materiale che resiste alle alte temperature e ha un ottimo grado di scorrevolezza, ma purtroppo, è quello con il costo più elevato. In unltimo possiamo anche trattare l’argomento sotto il punto di vista “usabilità”; sicuramente un all metal è più duraturo nel tempo, meno fragile e più facile da pulire, anche con utensili (ad esempio un cacciaspine, per rimuovere eventuali residui all’interno del condotto). In conclusione, possiamo dire che per la scelta dell’hotend si devono prendere in considerazione alcune variabili:

– Con quali materiali ho intenzione di stampare? Se mi accontento di pla, allora teflon, se voglio stampare anche nylon opterei per un all metal. Stesso discorso per i diametri, se mi basta pla e abs allora 1,75mm, se voglio stampare polimeri speciali 3mm.

– Qual è la precisione che voglio ottenere? Indubbiamente le prestazioni di un estrusore in peek sono migliori di quelle con un corpo in metallo (con i quali si possono comunque ottenere dei risultati ottimi)

– Anche i costi di manutenzione cambiano; quello in alluminio di solito sono più “belli da vedere” ma hanno dei prezzi più alti rispetto a quelli in PTFE che sono generalemnte più economici. In peek si trovano raramente ma (a parer mio) sono i migliori.

Concludo dicendo che a livelli alti tutti gli hotend sono validi. Dipende un po’ dalle esigenze del singolo poi cercare di focalizzarsi su una scelta piuttosto che un’altra, in base alle necessità. L’importante è comprare un prodotto di qualità, senza cercare di risparmiare troppo, pena stampe che non verranno mai bene. Se avete dubbi o commenti scriveteli qui sotto 😀

 

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